Author Archives: dokk

In principio non mi fidavo

febbraio 22nd, 2012 | Posted by dokk in Abbigliamento ed equipaggiamento - (0 Comments)

In principio non mi fidavo.

La nonna dice sempre che l’acrilico fa male, non traspira. Meglio il cotone.

Ma ho provato le magliette in microfibra, anche queste prese al Decathlon. Per 5 o 6 euro, avrete una maglietta che non si impregna di sudore, é facilissima da lavare, asciuga in un battibaleno e ripiegata potrebbe stare nella tasca del pantalone.

Le farò provare anche alla nonna, prima o poi…

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I castelli del deserto, quarta e ultima puntata

febbraio 19th, 2012 | Posted by dokk in Giordania - (0 Comments)

Dopo aver lasciato Qasr Burqa rimonto sulla mia Hyundai a noleggio per tornare alla civiltà. Il mio amico mi fa segno di andare sempre dritto e di seguire la carreggiata segnate dalle altre auto. Verso il sole. Così, dopo un’oretta di nuvoloni di polvere, dovuti al fatto che ho montato il ruotino di scorta e quindi la sabbia si infila nello spazio sotto il parafango, arrivo sulla strada asfaltata e raggiungo Ar Ruwayshid, in cerca di un gommista per farmi sistemare la ruota tagliata. Il proprietario se ne sta seduto su una vecchia poltrona a guardare una vecchia soap-opera in una vecchissima televisione con sbiaditi colori verdi. Gli faccio vedere il pneumatico: subito si mette all’opera, rattoppandolo. Ma vengono ancora fuori i fili di metallo interni; gli chiedo se posso stare tranquillo, se “no problem?” e lui mi assicura che no, “no problem”, almeno fino ad Amman.

Subito mi rimetto in marcia e riprendo la strada verso la capitale, ma ci saranno un paio di fermate nel mezzo.

La prima è a Qasr Amra.

esterno Qasr Amra, Giordania

esterno Qasr Amra, Giordania

 

La parola qasr significa “piccolo palazzo” ed è uno dei castelli del deserto più visitati dai turisti.

Qasr Amra, Giordania

Qasr Amra, Giordania

 

Costruito intorno all’ottavo secolo, effettivamente il complesso comprendeva un castello. Oggi ne restano solo le fondamenta ed una serie di stanze, presumibilmente usate come ritiro reale. Ma all’interno c’è dell’incredibile: una serie di affreschi in buonissimo stato di conservazione, tanto che il sito è patrimonio dell’umanità UNESCO.

Angelo e figura femminile nuda a Qasr Amra, Giordania

Angelo e figura femminile nuda a Qasr Amra, Giordania

 

Le immagini sono molto stravaganti: infatti raffigurano non solo scene di caccia, ma anche lo zodiaco, animali non originari della zona, un orso che suona e addirittura figure femminili nude.

Orso che suona, Qasr Amra, Giordania

Orso che suona, Qasr Amra, Giordania

 

Figure femminili nude, Qasr Amra, Giordania

Figure femminili nude, Qasr Amra, Giordania

 

Presumo che i califfi non ci venissero solo per cacciare…

Lascio il sito e dopo una mezz’ora di guida arrivo a Qasr Kharaneh.

Qasr Kharaneh, Giordania

Qasr Kharaneh, Giordania

 

La funzione di questo posto non è tutt’ora chiara. Infatti la struttura non ne fa supporre un utilizzo militare e la mancanza di fonti d’acqua nelle vicinanze e la sua lontananza dalle rotte principali non fanno nemmeno pensare che fosse un caravanserraglio.

Interno Qasr Kharaneh, Giordania

Interno Qasr Kharaneh, Giordania

 

Questo signore invece è il custode:

Custode Qasr Kharaneh, Giordania

Custode Qasr Kharaneh, Giordania

 

E quando esco dal “castello” mi aspetta uno spettacolo eccezionale: l’arancio del tramonto va ad abbattersi sulle mura di sabbia cotta, generando  questo effetto dorato:

Tramonto su Qasr Kharaneh, Giordania

Tramonto su Qasr Kharaneh, Giordania

 

È ora di tornare ad Amman. Ma dopo solo una decina di minuti alla guida sulla statale perfettamente asfaltata sento uno scoppio, inizia ad uscire del fumo scuro da sotto l’auto che diventa instabile. Rallento e piano piano mi avvicino al ciglio. Ho già capito cosa sia successo.

E infatti è scoppiato lo stesso pneumatico, non è riutilizzabile, definitivamente. E sono sempre senza crick. Il mio tentativo di usare il piccolo avvallamento del bordo stradale però non riesce: provo ad infilare dei grossi sassi sotto l’auto per sollevarla, ma non basta, la ruota non viene fuori. Non mi resta che chiedere aiuto.

In piedi, ai limiti della carreggiata, faccio segno con le mani alle poche auto che passano, tutte dei mega suv bianchi, di fermarsi. Trascorrono 10 minuti, poi 20. Altri 20. Dopo quasi un’ora inizio a perdere le speranze, evidentemente i ricconi non sono molto disponibili. Quand’ecco che una rallenta, piano piano accosta. Ne vengono fuori tre ragazzi completamente vestiti di bianco, sorridenti. In un inglese molto basico mi chiedono cosa mi sia successo; gli spiego l’accaduto facendogli anche vedere la ruota e, a gesti, gli faccio capire che non ho il crick. In quel momento ho saputo che si chiama jack, in inglese. Ma non ce l’hanno nemmeno loro.

Allora due di loro mi aiutano a sollevare l’auto di peso ed il terzo rimuove il pneumatico ed infila il ruotino. Li ringrazio tantissimo “thank you, shukran!”, sorridono, mi rispondono “welcome, welcome, afwan” e vanno via.

In serata vado alla compagnia di noleggio dove faccio le mie rimostranze per le pessime condizioni delle gomme (battistrada consumatissimo) per ottenere il cambio di tutte e 4. Me lo fanno. Ovviamente ometto il giretto nel deserto…

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